Ormai lo sappiamo che ci sono “romanzi grafici” più intensi e importanti di tanta presunta letteratura. Anzi, diciamo che è solo un pregiudizio non far rientrare il buon fumetto nel campo della letteratura.

Barbara Yelin – disegnatrice tedesca nata nel 1977 al suo esordio italiano – racconta la vita di Irmina in tre lunghi capitoli: Londra, Berlino e Barbados, affrescandola con acquerelli intensi, resi evocativi da una colorazione dal tono grigio scuro, a tratti verde e marrone.

La tecnica sopraffina è al servizio del racconto, perché la vita di Irmina è resa con veridicità e concretezza, scavando nella ferita storica del nazismo e nel coinvolgimento del popolo tedesco in un’ideologia delirante. Irmina non è un’eroina, è soltanto una donna che prima si innamora di uno studente di colore a Londra, Howard.

Poi fa ritorno in Germania e quando si rende conto di non poter rientrare in Inghilterra sposa un tedesco coinvolto nel regime, ufficiale delle Ss, architetto innamorato dei grandi spazi e delle nuove forme di un’arte pensata al servizio del popolo.

Irmina assiste con noncuranza allo sterminio del popolo ebreo, non è un suo problema, lei cerca di fare il possibile per sopravvivere, per ottenere il meglio dalla situazione, anche dopo la morte del marito in guerra. La fine del nazismo la vede alle Barbados dove incontra il vecchio amore universitario – che ha un ruolo di rilievo nel paese, si è sposato e sua figlia si chiama Irmina – per tirare le fila di un’esistenza che forse avrebbe potuto essere diversa.

Molto importante che una storia simile sia stata scritta da un’artista tedesca per sviscerare dall’interno quanto il nazismo sia riuscito a coinvolgere un intero popolo nel suo delirio di onnipotenza. Irmina diventa una donna nazionalsocialista, anche se nella parte londinese sembrava una ragazza indipendente, desiderosa di agire con libertà e autodeterminazione.

A un certo punto la donna si adegua al clima che si respira in patria, ne resta coinvolta, se non proprio affascinata come il marito. Il personaggio secondario, Howard, resta indipendente fino in fondo e dopo aver preso la laurea a Londra torna in patria per lottare a fianco della sua gente e per realizzare il sogno di vivere in un paese libero dal colonialismo.

Barbara Yelin mostra i diversi punti di vista dei personaggi senza intervenire nel racconto con elementi esterni, il suo tratto nervoso e agile disegna le sofferenze provocate da una tragica guerra, il dolore delle persone che si fanno cambiare pelle da un conflitto non voluto. Un libro a fumetti che fa riflettere. Un libro utile, soprattutto.

 

Barbara Yelin
Irmina
Rizzoli Lizard – Pag. 290 – Euro 25

 

 

Di Gordiano Lupi

Gordiano Lupi (Piombino, 1960) ha fondato nel 1999 la rivista – casa editrice "Il Foglio Letterario", che dirige. Ha collaborato per sette anni con La Stampa di Torino. Collabora con Poesia di Nicola Crocetti, Valdicornia News, Inkroci, Futuro Europa. Traduce molti scrittori e poeti cubani (Alejandro TorreguitartRuiz, Virgilio Piñera, Zoé Valdés, Felix Luis Viera …). Ha pubblicato libri monografici sul cinema italiano. Tra i suoi lavori: Cuba Magica – conversazioni con un santéro (Mursia, 2003), Un’isola a passo di son – viaggio nel mondo della musica cubana (Bastogi, 2004), Almeno il pane Fidel – Cuba quotidiana (Stampa Alternativa, 2006), Fellini – A cinema greatmaster (Mediane, 2009), Una terribile eredità (Perdisa, 2009)

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