Oggi più che mai i supereroi sono soggetti a morti e resurrezioni. Gli autori di fumetti hanno talmente abusato di questi espedienti narrativi che i lettori ormai non si emozionano più davanti alla dipartita di un personaggio, domandandosi semplicemente “quando lo faranno tornare?”.
C’è stato però un tempo in cui la morte di un personaggio dei fumetti era un duro colpo al cuore del lettore, e il suo ritorno dalla tomba non era affatto scontato.

In particolare, c’è un eroina che della propria morte e sul tornare in vita ha costruito l’esistenza editoriale: Jean Grey, nota non a caso come Fenice, il mitico uccello che risorgeva dalle proprie ceneri.

 

LA PRIMA DONNA MUTANTE

Jean Grey è una delle prime supereroine della scuderia Marvel, creata da Stan Lee e Jack Kirby nel 1963 su X-Men n. 1, albo che si apre proprio con il suo ingresso nel team dei mutanti.
La ragazza mostra i propri poteri di telecinesi ai compagni assumendo il nome di Marvel Girl.

JEAN GREY, LA FENICE CHE RISORGE Jean Grey
Come Susan Storm dei Fantastici Quattro, all’inizio Jean è l’elemento debole della squadra: se eccede nell’uso della telecinesi si stanca e perde i sensi.
Inoltre, Stan Lee non voleva che ci fossero mai “imbarazzanti” scontri fisici tra donne e uomini.

Jean Grey serve soprattutto per sviluppare le sottotrame rosa della serie. Tutti gli uomini X hanno una cotta per lei: perfino il professor Xavier, in una vignetta, si dice innamorato, sebbene questo sentimento venga poi modificato in un più prudente “amore paterno”, vista la differenza d’età.

In particolare la ama l’introverso Scott Summers, alias Ciclope, che non riesce a dichiararsi a causa della sua “maledizione”, ossia non potersi mai togliere gli occhiali al quarzo rubino senza scatenare i suoi devastanti raggi ottici.
Il cuore della ragazza, però, batte forte per lui… “se solo si accorgesse dei miei sentimenti!”.

La situazione si evolve quando ai testi arriva Roy Thomas, che oltre ad avviare la relazione tra i due, amplia i poteri della ragazza, rivelando su X-Men n. 43 del 1968 che ha anche poteri telepatici finora “repressi” perché non era ancora in grado di gestirli.

Jean Grey

Marvel Girl è parte attiva degli X-Men per tutta la durata del titolo, fino a quando nel 1970 inizia a pubblicare solo ristampe delle vecchie avventure, a causa delle scarse vendite.

Jean Grey lascia il team nel 1975, quando lo sceneggiatore Len Wein e il disegnatore Dave Cockrum creano la seconda genesi degli X-Men, composta da membri di varie nazionalità, lasciando il solo Ciclope della formazione precedente.

Len Wein abbandona quasi subito la testata, lasciando il timone a Chris Claremont, uno sceneggiatore che nutre un vero e proprio amore per la bella rossa. Alla prima occasione viene fatta tornare e messa al centro di quella che sarebbe diventata un cult tra le saghe dei mutanti Marvel.

 

JEAN GREY DIVENTA FENICE

Nel celebre “Buon Natale, X Men” (Uncanny X-Men n. 98 del 1976) le gigantesche Sentinelle, robot anti-mutanti, rapiscono Jean, Wolverine e Banshee portandoli su una stazione spaziale per ordine del perfido Steven Lang.

Jean Grey

Il resto degli X-Men va in loro soccorso, ma mentre sono di ritorno sulla Terra lo shuttle su cui viaggiano viene investito da una tempesta elettromagnetica. Solo Jean può far atterrare l’astronave mantenendone l’integrità grazie alla telecinesi, ma lo sforzo rischia di ucciderla.

Conscia di andare incontro alla morte, pur di salvare i propri compagni e l’amato Scott, Jean riesce nell’impresa portando lo shuttle a fare un atterraggio d’emergenza a New York, alla foce del fiume Hudson.

Dopo essere precipitata nel fiume, dalle acque emerge una Jean Grey più potente che mai, con indosso un nuovo costume apparso dal nulla. Ribattezza se stessa con il nome di Fenice, in una scena entrata nella storia.

Jean Grey

I suoi poteri si sono ampliati all’estremo, tanto da riuscire a manipolare telecineticamente la materia a livello subatomico (in questo modo ha creato dal nulla il proprio costume). Jean passa così dall’essere l’elemento debole del team a quello più potente.

Claremont vorrebbe renderla un’eroina di livello “cosmico” per farne l’equivalente di Thor nel gruppo (idea che svilupperà anni dopo con Carol Danvers rendendola Binary, un personaggio che ha molti aspetti in comune con Fenice)

Con questa idea in testa, nel numero successivo rende Jean Grey protagonista di una run in cui gli X-Men affrontano gli Shi’Ar, una “razza imperiale” aliena, dove, grazie all’incredibile potere di Fenice, scongiura la fine dell’universo contenendo la distruzione del potente cristallo M’Krann.

Jean Grey

Quando sulla serie degli X-Men
arriva John Byrne, che oltre a curare i disegni partecipa alle stesura delle storie, le cose per Jean Grey cambiano. I poteri di Fenice vengono rimossi in un arco narrativo destinato a passare storia: la Saga di Fenice Nera.

Jean viene manipolata dal perfido illusionista Jason Wyngarde, alias Mastermind, membro dell’elitario Club Infernale, facendole credere di vivere nel 1780 e di essere la perfida Regina Nera del Club. Lasciandola così in balia del suo lato più oscuro e dei suoi desideri più sfrenati.

Jean Grey

La situazione che si viene a creare corrompe l’anima di Jean, tramutandola in Fenice Nera, un essere folle di potere, che dopo essersi liberata di Mastermind vola nella spazio e raggiunge la galassia Shi’Ar.
Qui per rigenerarsi assorbe l’energia di una sole alieno, facendolo esplodere e condannando così a morire cinque miliardi di alieni che vivevano nei pianeti intorno.

Jean Grey
Tornata sulla Terra, Fenice viene sconfitta in un duro scontro psichico da Charles Xavier, il quale riesce a privare la sua protetta della personalità e dei poteri di Fenice… giusto in tempo per affrontare il processo da parte degli Shi’Ar.

L’imperatrice degli Shi’Ar, Lilandra, ritiene che Fenice sia una minaccia di livello apocalittico e la condanna a morte. Xavier riesce a ottenere una sorta di “ordalia” nella quale gli X Men si battono contro la Guardia Imperiale aliena per la vita di Jean Grey.

Jean Grey
Nei piani originali di Claremont e Byrne avrebbero vinto gli X Men, anche se i poteri di Jean sarebbero poi stati cancellati, inclusi quelli di telecinesi e telepatia. Diventata una semplice umana sarebbe tornata a casa, dove in seguito sarebbe stata tentata da Magneto con l’offerta di farle riottenere i suoi poteri.
Questi sviluppi non vedranno mai la luce a causa di Jim Shooter, il direttore generale della Marvel.

 

LA MORTE DI FENICE

L’avere spinto Fenice a porre fine a un intero sistema solare si rivela una scelta infausta da parte di Claremont e Byrne. Jim Shooter pensa che Jean non può cavarsela con una semplice “lavata di capo” per quello che ha fatto

Ritenendo che i personaggi devono sempre agire in modo coerente, Shooter sostiene fermamente che un’eroina del calibro di Jean non può continuare a vivere con il peso sulla coscienza di tutte quelle vite. Deve pagare il prezzo per quello che ha fatto.

Shooter fa così riscrivere il finale di Uncanny X-Men n. 137 (1980), nel quale Jean Grey, sentendo la personalità di Fenice tornare a farsi viva, e divorata dal senso di colpa per le vite che aveva preso, decide di suicidarsi facendosi colpire da un cannone Shi’Ar.

Jean GreySi tratta della morte di uno dei personaggi Marvel della prima ora, un evento storico per il fumetto. Gli X-Men impiegheranno anni per superare il lutto.

Come abbiamo detto Chris Claremont amava Jean, per questo cerca di continuarne l’eredità spirituale creando Madeline Pryor, una pilota d’aereo sosia perfetta di Jean e nuovo amore di Scott Summers, con il quale si sposerà e avrà un figlio.

Claremont include anche nel team Rachel Summers, figlia di Scott e Jean proveniente da un futuro alternativo (quello apocalittico della storia “Giorni di un Futuro Passato”), che possiede i poteri della madre… inclusi quelli di Fenice.
Il ricordo e lo spirito della bella rossa continua a sentirsi nella pagine di X-Men, anche dopo la sua morte.

Negli anni ottanta, all’epoca in cui è uscita la saga di Fenice, la morte di un eroe era rara e definitiva. Ancora di più nel caso di Jean, in cui il diktat di Shooter ne impediva la resurrezione per motivi etici.
Per riportarla in vita occorreva trovare un modo per redimerla.

 

LA RESURREZIONE DI JEAN GREY

Il ritorno in vita di Jean Grey è da attribuire a Kurt Busiek, il futuro autore di Marvels e Astro City. Busiek, uno dei tanti fan della bella rossa, all’epoca non ancora sceneggiatore, espone la sua idea a Roger Stern, che a quel tempo, nel 1986, scrive i Vendicatori.

Secondo Busiek, per superare il diktat Shooter bisogna spiegare che Fenice è una entità totalmente separata da Jean Grey e non il lato malvagio della sua personalità. In questo modo la bella telecineta non ha nulla a che fare con il genocidio compiuto da Fenice.

Stern rimane colpito dall’idea e la propone a John Byrne, che in quegli anni ha abbandonato da tempo gli X-Men e si sta occupando dei Fantastici Quattro.
Byrne a suo volta ne parla con Bob Layton e Jackson Guice, i quali si preparano a lanciare una nuova serie mutante, X-Factor, che prevede la reunion dei membri fondatori degli X-Men (Ciclope, Bestia, Angelo e Uomo Ghiaccio) a cui però manca appunto Jean, e sta valutando se sostituirla con la bionda Dazzler, mutante creata da Shooter.

L’idea di riformare il team originale al completo piace, e si propone l’idea a Shooter, che l’approva facendo in modo che la storia coinvolga ben tre testate Marvel.
In Avengers n. 263, scritto da Roger Stern, i Vendicatori ritrovano sul fondo dell’Hudson un misterioso “bozzolo” che emette energia, e con grande fatica riescono a portarlo nella loro base.

Jean Grey

La vicenda prosegue su Fantastic Four n. 286, dove il bozzolo si schiude e dal suo interno riappare Jean Grey, con gli stessi abiti e gli stessi ricordi che aveva dieci anni prima in Uncanny X-Men n. 98.

Nel corso della storia viene rivelato come, a bordo dello shuttle che sta precipitando sulla Terra, in punto di morte Jean Grey è stata avvicinata da un entità cosmica che si autodefiniva Forza Fenice. Jean, in cambio della salvezza dei propri compagni, permise all’entità cosmica di prendere la sua forma.

Così, mentre Fenice emerge prepotentemente dalle acque dell’Hudson, Jean Grey rimane in uno stato di animazione sospesa sul fondo del fiume per guarire dalle ferite.
Fenice non aveva replicato solo il corpo di Jean, ma anche la sua umanità, che alla fine l’ha portata a suicidarsi.

Tornata nel mondo dei vivi e scagionata per i crimini commessi da chi l’aveva impersonata, Jean Grey si riunisce ai vecchi amici in X-Factor n. 1, scritto da Bob Layton.
Nell’albo, Scott Summers, venuto a conoscenza del ritorno dall’aldilà del suo primo grande amore, la raggiunge a New York lasciando in Alaska la moglie e il figlio.

Questo fatto porta Chris Claremont, l’autore dell’albo degli X-Men, a cambiare radicalmente i suoi piani su Madelyne Pryor, che voleva come una donna normale casualmente somigliante a Jean.

Claremont riscrive la storia di Madelyne, rivelando che si tratta di un clone di Jean Grey creato dal crudele genetista mutante Sinistro.

Gli X-Men di Claremont e X-Factor di Layton sono due titoli distinti, ma presto vengono coinvolti nel maxicrossover Inferno, in cui Madelyne, sconvolta per l’abbandono da parte di Scott Summers, viene in contatto con il demone N’astirth, che ne stimola i poteri latenti rendendola la perfida Regina dei Goblin.

Desiderosa di vendicarsi del marito, agevola la strada ai demoni extradimensionali che invadono New York.

Durante lo scontro finale tra Jean e una Madelyne ormai priva di controllo, scopriamo che l’entità di Fenice è presente nel corpo di Madelyne. Per neutralizzarla Jean accetta di assorbirla dentro di sé, assorbendo con essa esperienze e ricordi del suo clone mentre lo uccide.

Al termine di Inferno, gli albi di Excalibur (un’altra testata mutante) e X-Factor vengono chiusi e i loro personaggi redistribuiti. Questo è uno dei motivi della rottura tra Chris Claremont e la Marvel, che vedeva molte delle proprie idee stravolte dalle imposizioni editoriali. Claremont lascia così la serie nel 1991, dopo quasi 16 anni.

X-Men rimane comunque il titolo più venduto della Marvel anche nei primi anni novanta, che vede la squadra dividersi in due team, il Blue e il Gold, di cui fa parte Jean Grey, ma non Ciclope e Wolverine.


In questi anni i sentimenti di Woverine, da sempre innamorato di Jean, vengono fuori prepotentemente, dichiarandosi a lei in modo aperto. Scopriamo che la bella rossa non è immune al suo fascino animalesco.

Tra Jean e il rude canadese si instaura un rapporto fatto di fiducia e amicizia che diventa un filo rosso della serie. La fedeltà di Jean verso Ciclope però non vacilla, tanto che i due convolano a nozze in X-Men vol. 2 n. 30 del 1994, scritto da Fabian Nicenza e disegnato da Andy Kubert.

La coppia rimane una delle più solide del Marvel Universe, nonostante attraversi alti e bassi, rimane unita fino ai primi anni 2000, quando ai testi di New X-Men arriva lo scrittore scozzese Grant Morrison.

 

EMMA FROST E LA SECONDA MORTE

Il nuovo millennio non inizia nel modo migliore per i Summers. Jean vede riemergere i poteri di Fenice, mentre Scott deve affrontare le conseguenze psichiche dovute alla possessione da parte di Apocalisse, che lo rendono sempre più freddo e distaccato dalla moglie.

Nel tentativo di salvare il matrimonio i due si rivolgono a Emma Frost, psicologa e terapeuta sessuale, ma la bionda ne approfitta per instaurare una relazione clandestina telepatica con il proprio paziente.
Quando Jean lo scopre si scaglia contro la donna utilizzando i poteri di Fenice per umiliala: mette i mostra i suoi ricordi più intimi e personali.

Emma è il perfetto contraltare di Jean. Moralmente ambigua, arrogante, elitaria: le dinamiche tra le due telepati, che poco si amano ma sono costrette a collaborare, rendono il titolo uno dei più venduti del periodo (complice anche l’uscita nelle sale del film dedicato agli X-Men, che rende celebre l’attore Hugh Jackman nella parte di Woverine).

Scopriamo che il mutante Xorn, il quale da mesi milita tra gli X-Men, è in realtà Magneto, il nemico di sempre, riuscito a infiltrarsi nelle loro fila.
Sfruttandone la fiducia, invia Wolverine e Jean tra i rottami della sua vecchia base, l’asteroide M, in rotta di collisione verso il sole.

Temendo di venire posseduta nuovamente dallo spirito della Fenice, Jean implora tra le lacrime Logan, che alla fine la trafigge con i suoi artigli. Il drammatico gesto non ha però effetto, perché Fenice risorge nuovamente.

Ritornati sulla Terra gli X-Men sconfiggono Magneto, non prima però che questi riesca a colpire Jean Grey, la quale contiene sempre Fenice nel proprio corpo, con un potente impulso elettromagnetico, uccidendola.
Jean spira definitivamente tra le braccia di Ciclope, invitandolo a continuare a vivere senza di lei.


L’ultima storia di Morrison è un omaggio all’episodio “Giorni di un futuro passato”, in cui in un futuro apocalittico causato dal rifiuto di Scott alla proposta di Emma di riaprire il vecchio istituto, Jean viene risvegliata dal bozzolo nel quale stava riposando dagli X-Men superstiti.

Jean raggiunge il rango di Fenice Bianca della Corona, un’entità talmente potente da cancellare quel futuro e mettersi in contatto con il Ciclope del passato, invitandolo ad accettare la proposta di Emma di iniziare una relazione con lei.
L’essenza di Jean pare quindi abbandonare questo piano astrale e ascendere a uno superiore.

 

L’EREDITÀ DI JEAN GREY

Nei cicli successivi degli X-Men, Emma Frost di fatto soppianta Jean Grey, prendendone il posto nelle avventure del team, nella gestione della scuola e nel letto di Ciclope.
Di fatto è lei la primadonna della X-storie degli anni 2000.
Ci sono però ancora dei riferimenti a Jean.

Per esempio, nel 2008, dopo la decimazione mutante causata da Scarlet all’indomani di House of M durante la saga mutante Messiah Complex, nel mondo nasce la prima bambina mutante. Capelli rossi e occhi verdi, viene chiamata Hope (“speranza” in inglese) Summers, dal cognome di Cable, il figlio di Ciclope proveniente dal futuro che l’adotta.

Molti indizi sparsi dagli autori hanno fatto intendere che si trattasse di Jean Grey reincarnata, ma con il tempo questa teoria è venuta a cadere e Hope si è rivelato un personaggio a sé.

Dopo gli eventi della saga Scisma, del 2011 (scritta da Jason Aaron), gli X-Men si dividono in due fazioni a causa di divergenze etiche sulla necessità di far combattere o meno degli adolescenti.

Ciclope e Wolverine sono ai vertici delle due fazioni opposte. Durante il faccia a faccia finale tra i due, Scott dice a Logan che Jean non l’ha mai amato, e che ha sempre avuto paura di lui. Logan ribatte dicendogli che se fosse ancora viva avrebbe paura dell’uomo che lui è diventato.

Nonostante il tempo trascorso, Jean è ancora motivo di rancore tra i due.
Una volta prese strade diverse, Logan fonda la Jean Grey School for Higher Learning in onore della donna sempre amata e mai dimenticata.

Nel 2013, Brian Micheal Bendis, passato ai mutanti dopo aver lavorato con successo al titolo dei Vendicatori, riporta sulla scena Jean Grey. Non la resuscita ma trasporta nel nostro tempo la giovane Marvel Girl di 15 anni, nella speranza che possa aiutare Ciclope a tornare sui propri passi dopo che ha iniziato a utilizzare metodi da terrorista.

Young Jean riceve consensi tra i lettori, che nelle convention di fumetti chiedono sempre agli autori notizie sul ritorno dai morti della Jean adulta.

 

2017: LA RESURREZIONE DI FENICE

In una storia scritta da Matthew Rosenberg e disegnata da Leinil Francis Yu, Jean Grey finalmente resuscita grazie alla Forza Fenice.
Tornata in vita priva di ricordi, fa la cameriera in una cittadina d’America senza alcun ricordo dei suoi trascorsi da eroina.
Con l’aiuto degli X-Men, Jean recupera i propri ricordi e combatte la Forza Fenice, respingendola una volta per tutte nello spazio.

Tornata in azione, Jean Grey forma una propria squadra (X-Men: Red) e continua ancora oggi, a 18 anni dalla sua ultima morte, a essere un perno nelle trame delle avventure delle testate mutanti.

 

 

JEAN GREY AL CINEMA

Jean Grey è apparsa in tutti film dedicati agli X-Men. Nella prima trilogia, iniziata nel 2000, è stata interpretata dall’attrice e modella olandese Famke Janssen, pur non essendo una rossa naturale.


Nel secondo franchise dedicato ai film sugli X-Men a interpretare Jean Grey è l’attrice inglese Sophie Turner, fisicamente più somigliante al personaggio originale, già famosa per essere stata Sansa Stark nella serie del Trono di Spade.


Entrambe le serie cinematografiche degli X-Men hanno portato sullo schermo, in chiave diversa, la saga di Fenice Nera e la caduta nella follia di Jean.

 

ALCUNE CURIOSITÀ

Jean è la prima supereroina rossa della Marvel (Pepper Potts, segretaria di Iron Man, che esordiva più o meno nello stesso periodo non è una supereroina), caratteristica estetica che farà la fortuna di altri personaggi femminili, come Medusa, Red Sonja e soprattutto Mary Jane Watson.

I nomi da battaglia Marvel Girl e Fenice sono stati utilizzati poco: il personaggio è generalmente chiamato con il nome proprio

Per un certo periodo Jean Grey ha condiviso l’appartamento con un personaggio che faceva parte di una serie non mutante. Infatti è stata coinquilina di Misty Knight, una donna che praticava le arti marziali collaboratrice di Iron Fist.

Jean Grey è forse l’eroina che ha avuto più costumi originali, non semplici varianti del costume classico (come accade all’Uomo Ragno o Iron Man).
Sono almeno sette i suoi costumi “classici”: l’uniforme da X-Men, il costume con gonnellino di Marvel Girl, quello di Fenice, l’abito da Regina Nera, l’uniforme di X-Factor, il costume corazzato del periodo X-Men Gold e la divisa in pelle del periodo New X-Men.

 

 

 

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