Capitan America è senz’altro uno dei supereroi più conosciuti nel mondo dei fumetti, anche se non tra i più venduti.
Creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1941, e riesumato da Stan Lee e Jack Kirby nel 1964, il personaggio vive oggi una grande notorietà per i film dei Marvel Studios. Tutti ormai conoscono la storia di Steve Rogers, il gracile volontario che, grazie a un potente composto chimico, è stato trasformato in un supersoldato. Un “perfetto esemplare” di essere umano che, indossando un costume che richiama la bandiera degli Stati Uniti e armato di uno scudo indistruttibile, ha combattuto le forze dell’Asse durante la Seconda guerra mondiale. Al termine della quale è stato accidentalmente ibernato e, risvegliatosi ai giorni nostri, è divenuto il leader dei Vendicatori/Avengers.

Questa è, appunto, la parte che conoscono tutti… ma, per esempio, quanti sanno da dove arriva lo scudo, qual è la portata dei suoi poteri, chi sono i suoi familiari e amici, quali gli amori oltre ai due più noti e quante volte è stato dato per morto?

Ecco 7 cose che forse non conoscete del Capitano.

 

1 – LA DINASTIA ROGERS

Da chi discende Steve Rogers? Sappiamo che è nato il 4 luglio del 1920, ma quali sono le sue origini? Nella run del 2014 intitolata Perduto nella Dimensione Z, lo sceneggiatore Rick Remender rivela che i genitori di Steve, Joseph e Sarah, sono due immigrati irlandesi sbarcati in America nei primi anni del Novecento (come il padrino Vito Corleone, per intenderci).

7 COSE CHE FORSE NON SAPETE SU CAPITAN AMERICA

Peccato che questa rivelazione sia incongruente con quanto scritto da Jack Kirby. Nel 1976, nella saga La Bomba della follia, scritta per celebrare il bicentenario della Dichiarazione d’indipendenza americana, viene rivelato che Steve Rogers discende da un soldato omonimo già attivo durante la Guerra d’Indipendenza, avvenuta nella seconda metà del Settecento, di cui possiede persino il diario.
Come risolvere la contraddizione? Una soluzione di compromesso potrebbe essere che Steve sia figlio di immigrati irlandesi da parte di madre, ma che il padre fosse americano da diverse generazioni.

 

2 – I POTERI DI CAPITAN AMERICA

Il “siero del supersoldato” creato dal professor Erskine trasformò il gracile e malaticcio Steve Rogers nel possente e aitante eroe che conosciamo, ma qual è la vera portata del potere?
Nella versione alternativa Ultimate e nella celebre versione cinematografica il siero ha reso Cap un vero e proprio superuomo, in grado di piegare un’asta di metallo e addirittura impedire a un elicottero di decollare.
Nella versione a fumetti classica, invece, Capitan America non ha alcun vero superpotere: il siero ha sì reso Steve Rogers un infaticabile atleta di livello olimpionico, ma senza farlo rientrare nella categoria dei “superumani”.

7 COSE CHE FORSE NON SAPETE SU CAPITAN AMERICA
“Però Cap è rimasto giovane dalla guerra grazie al siero”, dirà qualcuno: ma questo è un mito da sfatare. Ancora Rick Remender, al termine del suo ciclo, fa privare Cap del siero da un suo nemico (il Chiodo, un terrorista cinese) rendendolo un anziano, tanto che passerà il testimone, e lo scudo, al suo assistente Falcon. Si tratta nuovamente di una svista: Cap fu già privato del siero nella saga Veleno nelle Strade scritta dal compianto Mark Gruenwald e disegnata da Ron Lim. Senza siero, Steve rimase giovane. Perse solo la sua leggendaria tempra, passando dall’essere “fisicamente perfetto” a essere “semplicemente” ben allenato. Il siero, ormai legato al suo Dna, tornò nuovamente a scorrere nel suo corpo riformandosi naturalmente come un virus, restituendogli le sue prestazioni.
Cap non è invecchiato a causa dell’ibernazione, non per il siero. Sì, il siero ha fatto in modo che i fluidi corporei non congelassero, permettendo al cuore di continuare a battere, ma è stato il ghiaccio a conservarne il corpo.

Bisogna infine ricordare che Cap ha avuto brevemente una vera superforza durante il ciclo di Steve Englearth, dovuta agli effetti collaterali di un veleno somministratogli da Viper (i cui effetti terminarono poco prima della saga de L’Impero Segreto).

 

3 – LO SCUDO INDISTRUTTIBILE

Su Captain America n. 1 del 1941, quello della celebre copertina in cui Capitan America stende Adolf Hitler con un destro, il nostro eroe utilizza uno scudo triangolare, scomparso già dal numero successivo. Perché questo cambiamento?
Perché all’epoca la casa editrice Mlj Comics, futura Archie Comics, pubblicava un supereroe patriottico il cui nome tra l’altro era proprio The Shield (“Lo Scudo”), e l’emblema che sfoggiava sul petto era uguale allo scudo triangolare di Cap. Evidentemente Joe Simon si era ispirato a lui nel disegnare il costume del Capitano (anche se poi è stato Kirby a disegnare il fumetto).
Per evitare controversie legali, la Marvel (che all’epoca si chiamava Timely Comics) cambiò lo scudo al proprio eroe optando per quello a forma rotonda.
Risultato? La forma circolare permetteva a Cap di lanciarlo come un frisbee e di riaverlo indietro con un effetto boomerang, dando allo scudo maggiori possibilità narrative.

7 COSE CHE FORSE NON SAPETE SU CAPITAN AMERICA

Ma chi ha dato lo scudo a Cap? Secondo Roger Stern e John Byrne, a consegnare lo scudo a Capitan America fu addirittura il presidente Franklin Delano Roosevelt, come dono per il suo operato contro le quinte colonne naziste.

E da dove veniva quell’arma? A creare l’indistruttibile amalgama che lo compone era stato l’esperto di metallurgia Myron McLane. Il quale stava cercando una lega indistruttibile per i carri armati americani. Facendo esperimenti con un materiale sconosciuto, durante l’ennesimo tentativo si addormentò sfinito, senza accorgersi di essere riuscito, accidentalmente, nell’intento.
Non ricordando la sequenza esatta dell’esperimento, però, riuscì a realizzare un solo disco con la superlega, che venne dipinta con i colori della bandiera e donata al Capitano.

All’epoca McLane non lo sapeva, ma il metallo su cui condusse quegli esperimenti era il vibranio, e i suoi risultati, negli anni a venire, lo portarono a creare l’indistruttibile adamantio.
Pertanto, lo scudo di Capitan America è un misto di adamantio e vibranio, materiali esistenti solo nel mondo fantastico della Marvel. Ciò fa di esso l’oggetto più indistruttibile sulla Terra.
Da escludere il coinvolgimento di Howard Stark, avvenuto nei film, e quello della Pantera Nera, come visto nella miniserie a fumetti Flags of our Father, scritta da Reginald Hudlin, che quindi non è canonica.

 

4 – GLI AMORI DEL CAPITANO

Quante sono state le donne di Capitan America? Tutti conoscono la storia d’amore che ha avuto con Peggy Carter durante la Seconda guerra mondiale, e la lunga e tormentata storia con la nipote di Peggy, Sharon Carter, durante i giorni nostri. Ma ce ne sono state altre.

Dopo Sharon, la storia più lunga è stata quella con Bernadette “Bernie” Rosenthal, una giovane ragazza ebrea che Steve ha conosciuto quando si è trasferito nell’appartamento a Brooklyn Heights di New York. Creata originariamente da Roger Stern e John Byrne, Bernie fu l’interesse sentimentale di Cap durante tutta la lunga gestione di J.M. DeMatteis. Lei scoprì la sua identità segreta e si parlò di matrimonio, ma, subentrato lo sceneggiatore Mark Gruenwald, i due si lasciarono e Bernie si trasferì nel Wisconsin per studiare legge. I due sono rimasti buoni amici, tanto che fu proprio Bernie, su richiesta di Cap, a difendere Bucky durante il processo per i crimini commessi come Soldato d’Inverno agli ordini dei sovietici.

7 COSE CHE FORSE NON SAPETE SU CAPITAN AMERICA

Gruenwald fece mettere Cap addirittura insieme a una criminale, la mercenaria Diamante, membro della Società dei Serpenti. Diamante, al secolo Rachel Leighton, non era in realtà cattiva e, sinceramente innamorata di Cap, cercò con tutte le sue forze di redimersi e di condurre una vita onesta. Sebbene questa conversione le riuscì, non si sentì mai adeguata a essere la compagna di un uomo così integerrimo e onesto come Cap, e i due si lasciarono mantenendo buoni rapporti.

Cap ebbe anche una storia con l’avvocatessa Connie Ferrari, una italoamericana di New York, durante la gestione del personaggio da parte di Dan Jurgers. Connie però non resistette alla rivelazione che il suo bel fidanzato fosse in realtà una leggenda vivente, sentendosi subito messa troppo in tensione. Steve trovò consolazione tornando poco dopo con Sharon Carter.

Ci sono stati altri flirt più o meno importanti.
Cap conobbe Donna Maria Puentes, una latinoamericana durante il suo primo scontro con Arnim Zola (testi e matite di Jack Kirby). Nonostante l’attrazione e il feeling tra i due, non vi fu mai niente perché Cap era ancora sentimentalmente legato a Sharon Carter (sempre lei) e perché Kirby abbandonò la serie.
L’agente dello Shield Gail Runciter cercò di sedurre Capitan America mentre si trovava da lei, ma, seppur tentato dalla carne, il nostro eroe dovette declinare l’offerta in quanto fidanzato con Bernie Rosenthal. “Ma non lo saprà mai”, gli disse lei. “Lo saprei io”, rispose lui.

 

5 – LE MORTI DI CAPITAN AMERICA

Capitan America è forse l’eroe dei fumetti morto più volte.
La prima morte, e più nota, è avvenuta alla fine del 1945: il velivolo con a bordo lui e Bucky esplose sopra il canale della Manica e Capitan America fu dichiarato Missing in action. Ovviamente quando i Vendicatori lo ripescarono nell’Atlantico furono sorpresi di scoprirlo vivo (e con loro, tutto il mondo).

La seconda e quasi altrettanto celebre morte di Cap avviene nell’indimenticabile ciclo firmato da Jim Steranko: la saga Stanotte Muoio. Per sfuggire alle orde guidate da Madame Hydra e per ripristinare la sua identità segreta, Cap simulò la propria morte ingannando pure gli amici Rick Jones, Nick Fury e i Vendicatori tutti. I quali gli fecero il funerale.

Cap “morì” un’altra volta al termine della lunga gestione di Mark Gruenwald. Stava per lasciare questo mondo al termine di una lunga malattia dovuta al deterioramento del siero del supersoldato (come abbiamo visto nel punto 2). Il siero, ormai divenuto un veleno, stava paralizzando tutti i muscoli del suo corpo e presto sarebbe toccato al cuore. Cap si addormentò convinto che non si sarebbe più risvegliato, ma a salvare il nostro arrivò un inaspettato alleato: niente meno che il Teschio Rosso.
Lo sceneggiatore Mark Waid, subentrando a Gruenwald, nella sua prima run denominata Operazione Rinascita fece sì che l’arcinemico del Capitano lo guarisse per avere il suo aiuto contro un gruppo di terroristi cultori del Cubo cosmico. I quali, ribellatosi a lui, erano sfuggiti al suo controllo.
Il Teschio, la cui mente risiedeva all’epoca in un corpo clonato proprio da Cap, gli fece una trasfusione di sangue rifornendolo di un siero privo di imperfezioni, e così facendo gli ripristinò il vigore.

Quando a scrivere le storie fu Dan Jurgens (colui che aveva “ucciso” con grande clamore pochi anni prima Superman), terminò il proprio ciclo con una storia che portava alla morte di Capitan America. Il nostro eroe, nel corso di una indagine, arrivò in un paesino sperduto dove tutti erano infetti da un virus che li rendeva simili al Teschio Rosso. Al termine della storia esplodeva una bomba che avrebbe dovuto uccidere il Capitano. All’epoca, infatti, la Marvel stava pensando di uccidere il personaggio anche per scarse fortune editoriali, ma accadde un avvenimento che fece rientrare l’ordine: l’attentato alla Torri Gemelle del 2001. L’America non poteva privarsi proprio in quel momento del suo eroe più patriottico.

Infine, c’è la morte più recente e reclamizzata, quella avvenuta al termine della Guerra Civile tra supereroi, a opera di Ed Brubaker. Cap, che si era ribellato all’atto di registrazione dei supereroi deciso dal governo, ritenendolo una violazione delle libertà individuali, divenne un ricercato scontrandosi con la fazione che invece accettava l’atto, guidata dall’amico Iron Man. Al termine della guerra, consegnatosi alle autorità per evitare ulteriori danni ai civili, Cap accettò di affrontare il processo, ma venne colpito da un cecchino prima di entrare in tribunale. Il tutto era un piano orchestrato dal solito Teschio Rosso.
Cap “rimase morto” per un paio d’anni, per venire resuscitato nella saga Capitan America: Rinato dello stesso Brubaker in concomitanza dell’uscita del suo primo film.

 

6 – GLI ALTRI SUPERSOLDATI

Va bene, Capitan America è il primo supersoldato d’America, ma è stato l’unico? La risposta è no, ci sono stati diversi tentativi di ricreare “la più perfetta macchina da combattimento del mondo”.
Oltre a Steve Rogers, l’esercito americano sperimentò su altri soggetti il siero del supersoldato.
In particolare, usò un plotone di soldati afroamericani come cavie. Fra tutti sopravvisse solamente Isaiah Bradley, che in seguito fu mandato in una missione suicida in una base tedesca per distruggere i loro tentativi di creare un esercito di supersoldati nazisti. Bradley andò in missione utilizzando senza permesso una delle uniformi di Cap e, sopravvissuto grazie ad alcuni oppositori al nazismo tedeschi, una volta rimpatriato fu arrestato con l’accusa di avere rubato rifornimenti all’esercito. Durante la prigionia il siero imperfetto all’interno del suo corpo e la mancanza di cure mediche gli fecero riportare danni celebrali, tanto da diventare autistico. Una volta venuto a conoscenza della sua esistenza, Capitan America andò a rendergli il giusto omaggio. La storia è scritta da Robert Morales, ed ovviamente è piuttosto recente.

Prima di somministrare a Steve Rogers il siero del supersoldato, ci fu un generale che riteneva assurdo sperimentare una formula così preziosa su un debole civile. Per cui, dopo aver rubato alcuni appunti incompleti sulla formula, fece replicare il siero per somministrarlo a Clynton McBride, un soldato in attesa di un processo davanti alla corte marziale per insubordinazione. McBride, a causa della mancata esposizione ai raggi-vita, necessaria per combattere le controindicazioni del siero, impazzì e cadde in uno stato di coma. Messo in criogenesi, il suo corpo fu rinvenuto ai giorni nostri dall’organizzazione tecno-criminale dell’Aim. Una volta risvegliatosi, venne utilizzato contro lo stesso Cap con il nome in codice di Protocidio. McBride alla fine si ribellò all’Aim e fu dato per morto in una esplosione. In realtà sopravvisse e venne visto fare l’autostop. Creato da Dan Jurgens e Andy Kubert.

Negli anni cinquanta le storie di Capitan America vennero riprese in chiave anticomunista, dato che la sua morte alla fine della Seconda guerra mondiale verrà stabilita solo negli anni sessanta. Nei primi anni settanta si risolse la contraddizione di un Cap in vita mentre doveva essere morto e, allo stesso tempo, si tolse di mezzo un Cap anticomunista che certo non piaceva ai nuovi autori vicini alla Contestazione studentesca. Così Steve Englearth scrisse un ciclo di storie dove apprendiamo che, durante la Guerra di Corea, un professore di storia venne accidentalmente in possesso della formula del siero del supersoldato, che si credeva perduta con la morte violenta dello scienziato che lo inventò. La consegnò al governo in cambio di poter assumere il ruolo di Capitan America. Si fece fare una plastica facciale e cambiò il proprio nome in Steve Rogers, in modo da assomigliare in tutto e per tutto al suo eroe. Condivise la formula con un suo allievo, il giovane Jack Monroe, che divenne il nuovo Bucky. Il siero, senza la funzione stabilizzante dei raggi-vita, rese i due paranoici, e iniziarono a vedere comunisti ovunque. Tanto che l’Fbi dovette arrestarli e metterli in animazione sospesa in attesa di una cura. Entrambi tornarono all’inizio degli anni settanta scontrandosi con il “vero” Capitan America, venendo infine battuti.

Durante il conflitto del Vietnam una variante del siero del supersoldato fu testata su un marine, l’ufficiale Frank Simpson. Costui, nome in codice Nuke, veniva tenuto a bada somministrandogli alcune droghe attraverso impianti cibernetici. Le torture subite in Vietnam, oltre ai numerosi esperimenti a cui fu sottoposto, ne incrinarono irrimediabilmente la psiche, tanto che il soggetto è convinto di trovarsi perennemente in missione di salvataggio dei “nostri ragazzi” nel ‘Nam. Nuke era una formidabile macchina per uccidere, tant’è che un generale corrotto lo fece utilizzare a Kingpin per fargli combattere Devil, nell’indimenticabile saga Born Again di Frank Miller e David Mazzucchelli. Al termine della quale pareva essere rimasto ucciso, colpito da un soldato affinché non rivelasse la corruzione tra le forze armate. Reso ormai più macchina che uomo, Nuke divenne un nemico ricorrente di Wolverine.

Da citare anche il Distruttore, al secolo Marlow Keen, un giornalista americano rinchiuso in un campo di concentramento tedesco, dove si trovava anche uno scienziato ebreo, costretto dai nazisti a replicare il siero del dottor Erskine. Lo scienziato creò effettivamente una formula che donava una superforza persino maggiore a quella di Cap e la iniettò a Keene che, ritrovandosi con dei superpoteri, uscì dal campo di prigionia e combatté l’Asse con il nome, appunto, di Distruttore.

 

7 – CAPITAN AMERICA CONTRO IL PRESIDENTE

Pur essendo il prodotto di un esperimento dell’esercito americano e un elemento della propaganda, Capitan America, o sarebbe meglio dire Steve Rogers, nella sua versione moderna non si considera agli ordini del governo degli Stati Uniti. Bensì un libero cittadino che combatte a favore di tutta l’umanità: “Non sono fedele a nulla, tranne che al Sogno”, ha detto a un generale che cercava di imporsi su di lui (in una storia di Frank Miller). Questa indipendenza lo ha portato in diverse occasioni a scontrarsi con il governo, venendo trattato da fuorilegge.

Il primo scontro avviene nel 1974, proprio durante lo scandalo Watergate, quando a scrivere le storie di Cap era Steve Englearth. Durante la saga de L’Impero Segreto Cap fu vittima di una campagna denigratoria da parte dei media controllati da questa oscura associazione golpista. Quando riuscì a fermare il tentativo di colpo di Stato si trovò davanti il capo dell’organizzazione, che scoprì con orrore essere un’alta carica del governo, forse addirittura il presidente stesso (l’identità non fu mai rivelata, ma i dialoghi facevano sottintendere che fosse proprio così). In preda a una crisi di ideali, Steve Rogers rinunciò al manto e al titolo di Capitan America, indossando quelli di Nomad, l’eroe senza patria. Tornò sui propri passi quando capì di rappresentare un ideale molto più grande, il Sogno Americano, ovvero il diritto alla ricerca della felicità di ogni cittadino.

Negli anni ottanta, sotto l’amministrazione del repubblicano Ronald Reagan, Mark Gruenwald scrisse una serie di storie dove Cap veniva spogliato del suo titolo e del suo scudo per volontà di una commissione governativa. Il ruolo di nuovo Capitan America fu dato a John Walker, un patriota dalle idee conservatrici. Rogers indossando un costume nero, somigliante al precedente, divenne semplicemente  Il Capitano, continuando a combattere il crimine, ma venendo arrestato in un paio di occasioni per aver infranto la legge. In un episodio lottò addirittura contro il presidente Reagan, divenuto un uomo-rettile a causa dell’avvelenamento alle riserve idriche della capitale da parte della criminale Viper.
In seguito si scoprì che a manovrare segretamente la commissione era il Teschio Rosso, in un machiavellico tentativo di sconfiggere definitivamente il nostro eroe, sia a livello fisico sia psicologico. Scoperto l’inganno, Rogers tornò a essere Capitan America, e John Walker, indossando il costume nero usato temporaneamente da Cap, divenne un eroe governativo di nome USAgent.

Con l’arrivo del democratico Bill Clinton il rapporto con il governo non migliorò di molto. Ispirato ai romanzi di Tom Clancy, Mark Waid nella saga Uomo senza patria fece sì che Cap venne incastrato dall’accusa di avere ceduto alcuni segreti militari a un governo straniero. Venne così spogliato non solo del nome, ma anche della cittadinanza ed esiliato. Per riabilitarsi, scoprire la vera spia ed evitare la Terza guerra mondiale, Cap, sostenuto soltanto da Sharon Carter, è costretto a chiedere aiuto nientemeno che al Dottor Destino, il nemico dei Fantastici Quattro. Alla fine si scopre che dietro al complotto c’è l’intelligenza artificiale e cyber-criminale nota come Machinesmit. Al termine, lo stesso Bill Clinton restituirà personalmente lo scudo a Cap.


L’ultima sfida tra Cap e il governo è più recente: ispirato al patriot act per la lotta al terrorismo di George Bush dopo i fatti dell’11 settembre, lo scrittore scozzese Mark Millar scrive la maxi saga passata alla storia come Civil War. Il governo, dopo la morte di alcuni bambini in una scuola durante lo scontro tra supereroi inesperti e un supercriminale, obbliga chiunque indossi una maschera a registrarsi e a lavorare per il governo, pena la carcerazione. Vedendola come una violazione della libertà individuale, e dunque contraria alla sua etica, Cap diventa il capo di una fazione di supereroi che si oppone a tale legge. Come abbiamo visto si oppone ad altri supereroi che invece appoggiano la decisione del governo, guidati da Iron Man.

Inutile ripetere che la morte per Cap, dopo questa ultima saga, non è stata definitiva. Il nostro continua ancora oggi, a ottanta anni dall’esordio nelle edicole, la sua battaglia per la libertà.
Quali altre sorprese ci riserverà in futuro?

 

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