2013 La fortezza, (Fortress, 1992) di Stuart Gordon, con Chistopher Lambert, non è altro che l’ennesima goccia nell’oceano di storie pressoché tutte uguali, arrivato liscio con almeno vent’anni di ritardo su temi come la paranoia della sovrappopolazione.

Povero nei mezzi e nella sostanza, 2013 La fortezza è abbastanza incongruente e con quasi niente di nuovo da dire, ma è anche divertente e incredibilmente pieno di buone idee. Oltre a essere stranamente intrigante.

2013, la fortezza dove regna Christopher Lambert…

2013 LA FORTEZZA, DA LOVECRAFT ALLA SUPERPRIGIONE

La domanda è: che mondo sarebbe senza il futuro distopico? 2013 La fortezza parte mettendo subito in chiaro questa cosa. Tipo, hai mai visto La fuga di Logan, Rollerball, Mad Max o magari uno a caso di questa decina di film distopici a cui dovresti veramente buttarci un occhio?

Tempo di una bella carrellata panoramica di pochi secondi e in 2013 La fortezza viene fuori un esaustivo elenco di tutti i cliché del genere che si possono schiaffare su uno schermo. Vediamo… ovunque ti giri, riflettori accecanti? Check. Forze dell’ordine a tutto spiano? Check. Vestiti con inquietanti divise Gestapo-style? Check.

Insomma, non si sono fatti mancare niente. Tutto questo perché, per salvaguardare il fragile equilibrio del pianeta nel futuro in cui è ambientata la storia, negli Stati Uniti si è scelto un “controllo delle nascite supervisionato”. Cioè, per legge, ogni coppia può avere al massimo un figlio.

In questo sovrappopolatissimissimo futuro, l’ex ufficiale dell’esercito John Brennick (Christopher Lambert) e sua moglie Karen (Loryn Locklin), tentano di attraversare il confine con il Canada. Di straforo, ovviamente. Perché loro sono criminali, pericolosissimi criminali. Colpevoli di non saper usare il condom.

2013 LA FORTEZZA, DA LOVECRAFT ALLA SUPERPRIGIONE

Dopotutto, nella storia del film è stabilito che il mondo sta per andare a rotoli e, quindi, occorre arginare il problema della sovrappopolazione. Peccato che 2013 La fortezza ci mette giusto quattro minuti a incartarsi direttamente.

Il problema sta nel fatto che per Karen questa è la seconda impollinata, mentre la gravidanza precedente si era risolta con un aborto spontaneo. Questi qua, un figlio non l’hanno mai avuto: ci avevano provato e avevano fallito.
John Brennick e moglie però un figlio lo vogliono e il solo fatto che lei sia incinta di nuovo basta e avanza per essere aggrediti alla dogana.

Quando le guardie scoprono il trucco del giubbotto antiproiettile che Karen aveva usato per gabbare il… beh, sì, insomma… il gravida-detector, i due provano a scappare. Subito inseguiti con i cani, mentre si alzano gli elicotteri. Gli sparano addosso e via dicendo.

2013 LA FORTEZZA, DA LOVECRAFT ALLA SUPERPRIGIONE

Apparentemente Karen riesce a fuggire. Invece John viene impacchettato e schiaffato su ‘sto rimorchio blindato che, in stile nazi, porta lui e altri prigionieri tipo bestiame a La Fortezza. Un carcere privato di altissima sicurezza, proprietà della Men Tel Corporation.

John, per aver impannocchiato un’altra volta la moglie si è beccato la bellezza di trent’anni, mentre un altro passeggero del blindato deve farsi sessanta giorni per un assegno a vuoto.

Arrivati alla Fortezza, si scopre che tutto il baracchino è gestito dall’avanzatissimo super computer Zed-10. Della parte amministrativa se ne occupa il direttore Poe (Kurtwood Smith). Il quale elargisce e informa i prigionieri del simpatico gadget della prigione: un affarino chiamato Intestinator.

2013 LA FORTEZZA, DA LOVECRAFT ALLA SUPERPRIGIONE

L’Intestinator, o Fibrillatore gastrico qui da noi, è un aggeggio che funziona da localizzatore Gps e da strumento di controllo/punizione/morte. Può causare dolorose scariche, che vanno dal semplice stordimento all’esplosione delle viscere.

Tra l’altro, tramite un sistema di videosorveglianza automatizzata, sorta di anticipazione dei droni moderni, Zed-10 scannerizza la mente dei detenuti durante il sonno. In prigione è vietato sognare per evitare che si rilevino attività cerebrali inconsce durante il sonno…

In qualche modo Zed-10 induce incubi nella testa dei prigionieri allo scopo di spezzare la sanità mentale sul lungo periodo. Si suppone, almeno. Nel frattempo, un po’ di minutaggio se ne va seguendo Brennick mentre si ambienta alla prigione.

A un certo punto spunta un altro prigioniero, certo Maddox (Vernon Wells), incline alla conoscenza approfondita dei nuovi detenuti. Insomma, senza tanti complimenti cerca di inchiappettarsi il compagno di cella John Brennick.

Proprio grazie a Maddox arriverà lo spunto per la grande fuga. Il direttore Poe, che tutto appassionato seguiva lo scontro tra i due, ordina a Brennick di eseguire la sentenza di morte emessa seduta stante nei confronti di Maddox.

Brennick però si rifiuta e così interviene Zed. Tramite l’Intestinetor, fa scoppiare le viscere di Maddox. In questo modo dà involontariamente la possibilità a Brennick di recuperare l’Intestinator dell’ex proprietario e metterselo in saccoccia.

Plot point: Brennick scopre che pure la moglie è stata arrestata. E sbattuta pure lei alla Fortezza, tra l’altro. Visto che, a quanto pare, il posto ha pure l’ala femminile. Indirettamente, per questo motivo, John viene preso e sbattuto su una specie di giroscopio gigante che dovrebbe fargli una specie di lobotomia.

Perché il direttore Poe, con il pallino di spiare tutto e tutti, fra millemila detenuti si è incaponito proprio su Karen. Proprio per questo prova a trasformare Brennick in uno zombie…

Il film, a parte tutto, è anche divertente. Il regista Stuart Gordon, principalmente noto per essere un grande fan di H.P. Lovecraft, ha adattato un sacco di storie dello scrittore di Providence per il grande schermo. Vedi Re-Animator, From Beyond o Dagon, per dire.

Gordon non ha comunque mai disdegnato di passare ad altri generi, al di fuori dell’horror. Si capisce subito quanto lui e gli sceneggiatori si siano divertiti con 2013 La fortezza.
Non è un film basato sulla fredda logica di guadagnarci a tutti i costi. Mette in scena tante belle idee, soprattutto creative, e scenograficamente parlando fa una certa figura.
Allora, se tanto mi dà tanto, qual è il punto?

Il problema più grave deriva dal considerevole taglio di budget avvenuto prima dell’inizio delle riprese. Metti che l’intero progetto è passato da un budget stimato settanta-ottanta milioni, ridotti poi ad appena otto. Inoltre, Arnold Schwarzenegger avrebbe dovuto essere Brennick.

Alla fine della fiera Arnoldone diede forfait e assieme a lui se ne andò spernacchiando gran parte del soldo stanziato dai produttori. Da qui la poca lungimiranza di Stuart Gordon nel non snellire lo script dove necessario, mancando l’approfondimento laddove ce ne sarebbe stato bisogno.

Nel senso, d’accordo: vietato impannocchiare più di una volta, va bene. Però, una cosa simile rende giustificata la messa in scena di un futuro così distopico alla peggio 1984? Ti pare il caso di ficcarci droni, supercomputer, cyborg, le guardie della prigione tipo Frankenstein cyber-bio-mutanti?

Oltretutto, nel film c’è un cast di un certo livello sfruttato malissimo. Per esempio, nei panni del nerd, D-Day, c’è l’attore feticcio di Gordon Jeffrey “Re-Animator” Combs. Maddox, poi, è interpretato da Vernon Wells. Forse vi ricorderete di lui per ruoli come Wez in Mad Max 2 o Bennet in Commando.

Oppure ancora, il direttore Poe: Kurtwood Smith. Smith, attore con alle spalle ennemila film, ma che i più probabilmente ricordano per essere stato Clarence Boddicker in RoboCop. Di norma, poi, negli action-scifi è difficile incappare in scene forti. Ai limiti del body-horror, insomma.

Un esempio è proprio il primo RoboCop. Vedi appunto come Boddicker e la sua banda mutilano Murphy all’inizio e via dicendo. Con 2013 La fortezza, Gordon segue la stessa pista dando il suo tocco, cosa questa buona e bella.

Però, il voler ficcare a forza tanti, troppi elementi diversi l’uno con l’altro, sì, è divertente, ma alla fine porta a un’inevitabile cagnara. Con qualche accorgimento in più è una migliore diegesi narrativa, 2013 La fortezza sarebbe stato veramente un cult della fantascienza.

Spiace soprattutto il fatto che, a differenza di prodotti molto inferiori, 2013 La fortezza non sia andato incontro al classico caso di fama crescit eundo, un film di culto col tempo.

Un ultima cosa, il film è uscito nel 1992 e la storia è ambientata venticinque anni dopo, nel 2017. Perciò, da dove sia uscito o cosa significhi quel 2013 nell’adattamento italiano del titolo, vattelapesca.

 

Ebbene, detto questo credo sia tutto.

Stay Tuned, ma soprattutto Stay Retro.

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *