Negli anni ottanta la casa editrice Frassinelli tentò di lanciare una collana di libri di ucronia (Esperimento mentale con cui si ipotizzano esiti storici diversi da quelli che realmente si sono verificati). Si intitolava “Il Naso di Cleopatra”.
Non andò oltre i primi due volumi, ma ci ha lasciato un piccolo capolavoro, il libro di cui voglio parlare oggi: 1938 la distruzione di Parigi di Paul Menard.

1938 LA DISTRUZIONE DI PARIGI

È un volumetto snello, di poco più di 100 pagine, con la copertina rigida.
Il Paul Menard indicato come autore non è certo il pilota di auto da corsa, ma l’introduzione lascia intendere che sia uno pseudonimo dietro cui si nasconda uno storico.
Il libro è scritto non in forma di romanzo, ma come uno scorrevole libro divulgativo di storia. Il linguaggio è curato e molto elegante, e con una ben dosata punta di ironia.
Il volume è arricchito da una serie di finte tavole d’epoca tratte dalla Tribune du Dimanche, che accompagnano la narrazione.
Chicca conclusiva la ucronica bibliografia finale, doverosa in un saggio di storia: libri che non esisteranno mai e che adorerei poter leggere.

Il punto divergenza dalla realtà è il 1934. Le grandi manifestazioni del 6 febbraio 1934 indette dall’estrema destra per protestare contro la corruzione del governo, nella realtà vennero represse, faticosamente, e con parecchi morti, ma vennero fermate.

Nel libro si immagina che, invece, i dimostranti riescano a occupare i palazzi del governo provocando  una mezza rivoluzione. L’ordine viene ripristinato dalle “mani gloriose e pulite dell’esercito” (parole del generale Weygand) che vista l’incapacità della corrotta classe politica (ricorda qualcosa?) affida il paese al suo figlio più nobile: il maresciallo Philippe Petain.

La Terza repubblica finisce così, con un sospiro, e inizia quella che viene chiamata “Terza repubblica e mezza”, un regime militare autoritario e tradizionalista.

La prima vittima di questa trasformazione della Francia, da debole democrazia parlamentare a una nazione guidata da un generale fieramente nazionalista, è Adolf Hitler. Il suo tentativo di rioccupare la regione della Saar viene fermato da un chiaro e inequivocabile ultimatum francese e i gerarchi nazisti scelgono di sacrificare il fondatore del partito pur di salvare il regime.

Hitler finirà esiliato in Italia ad Ortisei “sotto la discreta e col tempo sempre più labile sorveglianza dell’Ovra”, in compagnia di una donna, “tale Eva Braun, che lo raggiunse in quell’eremo qualche settimana dopo”.
Come sentenzia l’autore: una fine adeguata a un personaggio di secondaria importanza nello svolgersi degli avvenimenti storici.

1938 LA DISTRUZIONE DI PARIGI

La seconda grande variazione è l’ovvia simpatia che il regime di Petain avrà per gli autori dell’Alzamiento spagnolo del 1936. Ben lungi dal sostenere i repubblicani, il governo francese invierà un “corpo di volontari” al fianco dei nazionalisti di Francisco Franco.

I volontari sono guidati alla vittoria da un giovane promettente ufficiale, tale Charles De Gaulle, destinato a una brillante carriera.
Soprattutto il nuovo regime entrerà in rotta di collisione con l’ultima grande democrazia europea: la Gran Bretagna. La scintilla fatale scoppierà in Egitto nel 1938.

Il libro ci permette di seguire lo svolgimento della guerra tra le due grandi potenze europee, il coinvolgimento della Spagna franchista accanto agli amici francesi e dell’Italia mussoliniana alleata della, non più, perfida Albione guidata da Winston Churchill.

Si passerà dal fronte Nord Africano: con Tripoli difesa da Italo Balbo, alla presa di Gerusalemme da parte dei francesi; si vedrà l’assedio di Gibilterra e, culmine del libro, l’epica impresa dell’Armée d’Angleterre al comando di De Gaulle.

Come finisce e come avverrà la distruzione di Parigi non ve lo dirò certo io. Dovrete leggerlo. Ma se conoscete la storia, quella vera, e leggete la bibliografia potreste intuirlo.

Il libro è fuori catalogo da anni, ma le copie usate si trovano senza troppi problemi e vi assicuro saranno una deliziosa aggiunta alla vostra libreria.

 

5 pensiero su “1938 LA DISTRUZIONE DI PARIGI”
  1. L’ucronia che considero ( non credo di sbagliare) una branca della narrativa di fantascienza mi è sempre piaciuta a partire da La svastica sul sole e sono, come dire, allenato a comprenderla.
    Sarà per questo che in questo momento storico mi sento come dentro una ucronia pandemica.
    Appena ho un pò di tempo devo vedere se riesco a trovare questo romanzo sulle bancarelle dell’usato.

  2. Vale assolutamente la pena, ti assicuro, lo trovi molto facilmente su amazon o su ebay se vuoi andare online.
    Se ti piace l’Ucronia dai pure un occhiata alla mia recensione sempre su giornalepop della epopea fantastorica italiana di Brizzi, altri libri che valgono la pena.
    Ho intenzione, tempo permettendo, di recensirne molte altre di ucronie, la prossima sara Contropassatoprossimo di Morselli, un altro capolavoro semisconosciuto.

    1. Complimenti sinceri per l’articolo ( nel precedente messaggio la frase era rimasta nella tastiera del pc, scusa).
      Grazie della risposta e dei consigli.
      Credo di aver letto il tuo precedente articolo perchè sono un frequentatore assiduo del sito.
      in ogni caso vado a rileggerlo in attesa di Contropassatoprossimo.
      Saluti

  3. Sempre grato a chi consiglia letteratura fantastica di qualità. La domanda alla base di tutto è sempre la stessa. Wath if? Alcuni autori, come Dick ne hanno saputo immaginare di belle. Per noi che amiamo questo genere è il postulato per eccellenza. Attendo con ansia la prossima recensione.

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