Facebook è decisamente uno strano posto. Nel vasto e variegato mondo che ruota intorno ai gruppi dedicati ai fumetti, si è affermata una corrente di pensiero che tende a denigrare tutto ciò che in qualche modo è legato ai “supereroi”.

In particolare, gli strali di questi lettori vengono scagliati contro la Marvel, meno contro la Dc Comics solo perché questo marchio non gode di grandissima popolarità da noi. L’accusa più frequente, che ormai risuona nel web come un mantra, recita più o meno così: “Dopo l’acquisizione da parte della Disney, la Casa delle Idee è diventata una macchinetta per fare dollari e per raggiungere lo scopo ha abbassato in maniera considerevole il livello qualitativo delle sue produzioni”.

Pur accettando l’assoluta libertà di critica, non posso non notare che spesso e volentieri questi giudizi vengono formulati a casaccio. Facciamo un esempio pratico: “Ho letto un albo di Pinco Pallino che fa schifo, dunque tutta la Marvel fa schifo”. Un discorso del genere ha infinite crepe talmente ovvie da non dover neanche essere evidenziate.

Altra tipica affermazione da post a ruota libera: “Non leggo fumetti della Marvel da 20 anni, però so che è molto decaduta”. Liberissimo di leggere quello che vuoi, ma se non leggi dalla notte dei tempi una qualsiasi storia nuova a cosa appiccichi quel tuo giudizio così assoluto?

Esiste poi la categoria dei nostalgici a oltranza, rappresentata al meglio da chi si ricorda con dovizia di particolari tutte le battute degli albi, purché siano stati pubblicati in anni antecedenti al 1980. Molti di loro rimpiangono il Peter Parker occhialuto che subiva i rimbrotti di zia May e ancora si strappano i capelli per la prematura dipartita di Gwen Stacy. Essi vivono in perpetua adorazione di un passato che è stato totalmente glorioso solo nella loro memoria. Io c’ero, a quei tempi, e posso affermare che la realtà non era così idilliaca.

Ieri, come oggi, la qualità era altalenante. Tutti ricordiamo le epiche saghe di Lee & Kirby, gli splendidi disegni di John Buscema, la raffinata arte di John Romita e Gene Colan, ma la Marvel stampava anche albi dozzinali scritti da autorucoli insulsi e scolastici, e disegnati da disegnatori inguardabili.

Infine ci sono gli “estremisti”, quelli che estendono il discorso a tutto il genere supereroico dicendone peste e corna. Il loro dogma? Gli uomini in calzamaglia e le donne in costumino aderente non hanno più nulla da dire, il settore è in crisi e presto verrà soppiantato da altri generi. Come fai a spiegare loro che il mercato americano è basato sui Mutandoni e sulle Reggisenine (con tutte le variazioni sul tema) e che il totale complessivo in dollari delle vendite non è assolutamente da buttare via? Più che le aride cifre, per loro contano le convinzioni personali e se hanno deciso che c’è crisi non ammettono repliche.

Per quanto riguarda il fattore qualitativo la discussione neppure comincia. I soloni della contestazione hanno decretato che la Marvel fa fumetti per bambini e nulla li smuove dalle loro convinzioni. Ora, se fare fumetti per bambini significa produrre serie come The Vision di Tom King & Gabriel Hernandez Walta, Black Panther di Ta-Nehisi Coates & Brian Stelfreeze o Howard The Duck di Chip Zdarsky & Joe Quinones, devo dire che il livello medio dei bambini americani è davvero molto elevato.

Il problema vero è che questi fumetti in Italia non li ha letti (quasi) nessuno e che la maggior parte degli interventi si basano su frammenti catturati “random” in rete. Un tizio parte con una crociata contro Dan Slott? Piatto ricco mi ci ficco, e siccome controllare la veridicità dei giudizi è fastidioso (e dispendioso) mi lascio trascinare dalla corrente del pregiudizio e non ho né dubbi né ripensamenti. Slott (vox populi, vox dei) diventa un trippone rubizzo che non sa neanche dove si trovano i tasti del suo pc.

Intendiamoci, non l’ha ordinato il medico di leggere Marvel e Dc, ma se non lo fate perdete il diritto di criticarle. Il discorso è davvero molto semplice: oserei dire logico, se questa parola avesse cittadinanza su Facebook.

 

4 pensiero su “FACEBOOK CONTRO LA MARVEL”
  1. Anche il sottoscritto aveva l’età per apprezzare la tsunami Marvel -Corno ( nato nell’anno sparti-acque 1968 ) e non solo Marvel, considerato che il signor Corno ha portato in Italia anche Kamandi, uno zinzino di saga del Quarto Mondo ed il Soldato Fantasma e la prima incarnaz dei Losers ( Perdenti ieri e Sfigati oggi ) e lo Shade Uomo Cangiante ( ! ) di Ditko, tutta roba DC davvero interessante.
    Sono passato attraverso le approssimative traduzioni cornute ed era comunque tutto oro sbrilluccicante ai miei occhi di bimbo curioso. Ero nei pressi del momento in cui avrei contato gli anni con tutte e due le manine quando mi sentivo tanto + grande perchè leggevo gli albi giganti ed in b/n con le spy-stories di Shang -Chi e lo horror che non faceva paura di Dracula e quei teneroni di Solomon Garth e la Mummia Vivente. Mi sentivo un uomo vissuto con cose come il Paladin di Tom Sutton ed il Monarca delle Stelle di Chaykin nello zine degli Eterni. Resta il fatto che ero un bambino. Le Big Guns da tempo concentrano il fuoco del loro talento su di un pubblico di post nerds bigbangteorizzati HBO oriented e stanno relegando in un angolino le testate for all ages come la belllissima Adventures of Batman del compianto Mike Parobeck che riprendeva negli anni novanta del secolo scorso il mood dei cartoni animati di Dini e Timm.
    I picchiatellli in costume mi piacciono ancora, ma dovrebbero esistere anche e soprattutto in una forma che faccia sognare i nostri bimbi – si vedano i cartoons Teen Titans Go da Dan Hipp e The Brave and the Bold tanto ma tando Dick Sprang – mentre noi vecchi arnesi , ed anche coloro che hanno l’età per riconoscersi negli Sdraiati di Michele Serra, cerchiamo nuovi punti di vista e nuovi segni tra le pagine di Fantagraphics o di Coconino Press.

  2. Hai ragione Pietro ma secondo me è tempo perso andare dietro a questi elementi che parlano ma non leggono (e meno leggono più criticano!).

    1. Sono d’accordo, ma questi signori che criticano roba che non hanno nemmeno assaggiato sono sempre esistiti , anche prima di quella cassa di risonanza planetaria che è la rete, e non sono un problema. Sono molto + preoccupato dal fatto che coloro che siedono nelle stanze dei bottoni delle due + grandi case di comics USA non abbiano la lungimiranza di pensare al giorno che segue quello in cui l’ultimo fan di pipistrelli e ragni avrà deciso di averne abbastanza. Per questo lettore – una persona che probabilmente ha gli stessi bargigli e stempiature e neuroni ossidati del sottoscritto – le Big Guns hanno servito pietanze sempre + sapide, portando i loro picchiatelli in costume da divertimento x bimbi prima dei compiti a catarsi dell’uomo medio annichilito da fenomeni che non comprende e non ha nessuna speranza di dominare. I picchiatelli in costume hanno affrontato le loro nevrosi e si sono confrontati con le loro contraddizioni, risorgendo siccome fenici dalle loro ceneri. Polpa tanta e spesso succulenta, ma lontana anni luce da Picchiatello Mascherato saltella nel crepuscolo, affronta il birbone e torna a casa in tempo x finire di fare i compiti di mate.
      Mi chiedo se quanti affermano di non amare i supereroi di oggi – a loro dire annacquati dalla sudditanza psicologica e non solo alla Casa del Topo e del Papero – apprezzerebbero un fumetto postmoderno su youtubers ancora teen che si credono semidei per il folto pubblico di fans anche piccoli ( Crepascolino ha sette anni ) e che sono rapiti da Mamma Matrice, combo di Ma’Baker e Monolito Nero picchiato in testa – perchè combattano una battaglia contro le forze del Pensiero Eterodosso Virtuale. Testi di Pete Milligan , disegni di Ash Wood. Mm.

  3. D’altro canto Facebook dà voce regolarmente al popolo di arrabbiati per partito preso, quelli che si professano regolarmente contro tutto e tutti. A prescindere, come diceva il grande Totò. 😉

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