Giuliano Carnimeo, nato a Bari nel 1932 e scomparso il 10 settembre del 2016, è un regista che ha praticato in quasi trent’anni di carriera molti generi che andavano per la maggiore nei decenni sessanta e settanta. Con una particolare predilezione per lo spaghetti-western, con titoli come Joe… cercati un posto per morire, del 1968, e Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri sono nessuno, del 1974, sempre attraversati da una vena scanzonata. Non disdegna nemmeno i film d’avventura. Decisamente gradevole risulta Simone e Matteo – Un gioco da ragazzi, del 1975, girato sulla scia dei successi con Bud Spencer e Terence Hill.

Carnimeo ha diretto in numerosi occasioni Edwige Fenech. Per esempio in quello che probabilmente è uno dei suoi migliori film, il thriller Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? (1972), che firma con il suo consueto pseudonimo Anthony Ascott. Prodotto da Luciano Martino e scritto da Ernesto Gastaldi, è incentrato sulle gesta di un maniaco che semina il terrore uccidendo giovani donne in un condominio. Poi nel dramma Anna, quel particolare piacere (1973) e nella commedia sexy La signora gioca bene a scopa? (1974). Il personaggio principale è un incallito giocatore (Carlo Giuffré, che è anche sceneggiatore) costretto a continui incontri erotici con signore vogliose in cambio di denaro per pagare i debiti. Fulcro della vicenda è comunque la Fenech, nel ruolo di una giovane donna di cui si invaghisce il protagonista. Cast ricco: Franca Valeri, Didi Perego, Enzo Cannavale, Gigi Ballista e Carlo Delle Piane.

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Oltre a questo, Carnimeo ha realizzato un buon numero di commedie scollacciate. Una delle più celebri è senza dubbio L’insegnante balla… con tutta la classe, del 1978, con Lino Banfi, Nadia Cassini, Alvaro Vitali e Mario Carotenuto. Prodotto da Fabrizio De Angelis e Gianfranco Couyoumdjian, è ambientato in un liceo e ha come protagonista un’insegnante di ginnastica femminile dal metodo per nulla tradizionale, basato su un misto di danza e sport. Intorno, studenti in vena di scherzi pesanti, un professore (Banfi) che cerca di approfittare della bella professoressa e un preside (Carotenuto) che perde sempre ai cavalli. Renzo Montagnani interpreta il professore di ginnastica dei maschi, mentre Vitali, bidello tuttofare, viene un po’ limitato nella sua verve comica. Numerosi, ovviamente, i primi piani sul tanto ammirato, all’epoca, fondoschiena dell’attrice/soubrette.

Notevole soprattutto Prestami tua moglie, del 1980, con un cast di tutto rispetto: Lando Buzzanca, Claudine Auger, Renzo Montagnani, Daniela Poggi, Massimo Boldi e Diego Abatantuono. Meno riuscito, ma piacevole, Mia moglie torna a scuola (1981). Carmen Russo è Valentina, la moglie di un salumiere ignorante e focoso (Montagnani). Siccome vuole farsi una cultura, si iscrive a un collegio dove vigono regole ferree, diretto da una preside dispotica (Marisa Merlini). Il marito le escogita tutte per stare insieme a lei. Prodotto dalla Flora Film, è uno dei vari tentativi alternativi a quelli della Dania di Luciano Martino. Carmen Russo non è un’attrice tremenda come molti pensano e si spoglia senza problemi, infatti abbondano i primi piani sulle sue grazie. Da sottolineare una curiosità che riguarda la scena iniziale, in cui la protagonista partecipa a una visita guidata. Il cicerone si distrae da ciò che sta descrivendo per via delle grazie della Russo. Evidente il riferimento alla scena del film di Steno Totò, Eva e il pennello proibito (1959), in cui il professor De Montiel, mentre illustra un quadro del Goya, si distrae guardando Eva. Ulteriore conferma del filo che lega la commedia scollacciata al cinema comico degli anni cinquanta e sessanta. Senza considerare che Carnimeo, in una intervista rilasciata a Matteo Norcini e Stefano Ippoliti (pubblicata su Cine 70 e dintorni numero 5), affermò di essere stato assistente di Steno sul set di quel film, anche se non è accreditato nei titoli di testa.

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Altrettanto discreto è Tutta da scoprire, sempre del 1981, che, soprattutto nella prima parte, unisce un buon ritmo, una storia gradevole, un’affiatata coppia comica (Cannavale e Bombolo davvero scatenati) e una primadonna esplosiva come Nadia Cassini. Ma anche l’altra protagonista, la spagnola Maria Luisa San José, non scherza. Aroldo si lascia tentare dalla prospettiva di un’avventura con la bella pittrice Erika, ma non sa che la ragazza è specializzata in raggiri che mette in atto con il complice Giorgio. Avendo lasciato a casa di Erika il portafoglio contenente una schedina vincente, Aroldo e il suo amico Gaetano cercano in tutti i modi di recuperarla, ma finiranno le loro peripezie nell’harem di un arabo. Del cast fa parte anche l’attore greco Yorgo Voyagis, all’epoca marito della Cassini. Unico neo del film, i ruoli un po’ appiccicati interpretati da Renzo Montagnani e Lucio Montanaro, che interpreta il solito arabo allupato già visto decine di volte. Per certi versi, Tutta da scoprire è, nella sua compattezza del tutto priva di spessore e di qualità «artistica», uno tra i più validi esempi di cinema/avanspettacolo costruito intorno ai comici e alla soubrette.

https://www.youtube.com/watch?v=uHwaSYt2h84

Da ricordare anche il Pierino apocrifo Pierino medico della Saub, del 1981, che ha momenti tutt’altro che disprezzabili. Il film è prodotto da Camillo Teti e Ugo Tucci (anche autore del soggetto, mentre la sceneggiatura è firmata da Gino Capone e Giorgio Mariuzzo). Alvaro Vitali interpreta ben due ruoli: il dottor Gasperoni, laureatosi ad Addis Abeba e che, grazie alla raccomandazione del padre (Mario Carotenuto) e della P2, ottiene il posto di assistente in un ospedale; e un cugino di Gasperoni, dai capelli biondi, che combina un sacco di scherzi. In ogni caso anche il medico viene chiamato dai familiari Pierino, ed è così che si firma nel telegramma iniziale, il che giustifica il titolo. Tra satira sociale (modello dichiarato è Il medico della mutua, diretto nel 1968 da Luigi Zampa) e film-barzelletta, Carnimeo dirige un comico discretamente scollacciato, pecoreccio e saporito, squinternato ma godibile. Alvaro Vitali è il mattatore, ovviamente, circondato da un bella sfilata di facce tipiche del genere, tra cui Pino Ferrara, Gianni Ciardo e Angelo Pellegrino. Tra le attrici spiccano Serena Bennato e Ester Carloni.

Sul finire della carriera Carnimeo ha affrontato, avendo a disposizione dei budget alquanto esigui, il fantascientifico apocalittico stile Mad Max con Il giustiziere della strada aka Gli sterminatori dell’anno 3000 (del 1983) e l’horror (Quella villa in fondo al parco, 1988). I risultati ottenuti non sono proprio memorabili, ma in entrambi i casi non mancano sequenze interessanti.


Filmografia completa di Giuliano Carnimeo

Panic Botton… operazione fisco! (1964)
Joe… cercati un posto per morire! (1968)
Il momento di uccidere (1968)
Sono Sartana, il vostro becchino (1969)
C’è Sartana… vendi la pistola e comprati la bara! (1970)
Una nuvola di polvere… un grido di morte… arriva Sartana (1970)
Buon funerale amigos!… paga Sartana (1970)
Gli fumavano le Colt… lo chiamavano Camposanto (1971)
Testa t’ammazzo, croce… sei morto. Mi chiamano Alleluja (1971)
Perché quelle strane gocce di sangue sul corpo di Jennifer? (1972)
Uomo avvisato mezzo ammazzato… parola di Spirito Santo (1972)
Il West ti va stretto, amico… è arrivato Alleluja (1972)
Fuori uno… sotto un altro, arriva il Passatore (1973)
Anna, quel particolare piacere (1973)
Lo chiamavano Tresette… giocava sempre col morto (1973)
Di Tresette ce n’è uno, tutti gli altri son nessuno (1974)
La signora gioca bene a scopa? (1974)
Simone e Matteo – Un gioco da ragazzi (1975)
Carioca tigre (1976)
Il vangelo secondo Simone e Matteo (1976)
L’insegnante balla… con tutta la classe (1978)
Prestami tua moglie (1980)
Mia moglie torna a scuola (1981)
I carabbimatti (1981)
Tutta da scoprire (1981)
Pierino medico della Saub (1981)
Zero in condotta (1983)
Il giustiziere della strada (1983)
Quella villa in fondo al parco (1988)

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